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Nobilitazione, quando l’etichetta diventa lusso

I canoni della bellezza cambiano nel tempo, ma le tecnologie di nobilitazione restano vere influencer per una percezione positiva e di qualità del brand che le adotta. Soprattutto nel mercato delle etichette, come riporta una ricerca realizzata da Converting magazine.

Di Raffaele Angelillo | su PRINTlovers 105

L’impiego di tecniche di nobilitazione è da sempre una caratteristica dei processi di stampa e finitura che permette la valorizzazione della stampa come medium. I termini che gravitano attorno alle tecniche, tecnologie, materiali utilizzati per le applicazioni di nobilitazione sono comuni all’intera filiera, ed è per questo motivo che analizzando le risposte alla survey lanciata da Converting possiamo mettere a confronto i pareri di tutti e tre gli attori: fornitori di tecnologie e materiali, stampatori e converter, agenzie di design, comunicazione e packaging.

I benefici della nobilitazione
Apriamo la parte dei commenti con i risultati di 4 domande che denotano alcuni aspetti curiosi: per il 100% delle agenzie la nobilitazione influisce “abbastanza” o “molto” sulla percezione del brand. Solo il 72% delle agenzie intervistate dichiara però che “spesso” o “di frequente” suggerisce l’uso di nobilitazione nei progetti di comunicazione. Il 24% rimane infatti “neutro” nei suggerimenti ai propri clienti, cosa comprensibile peraltro se vediamo la risposta alla domanda su quanto i clienti siano disposti a pagare in più per una nobilitazione di alta qualità. Il 48% delle agenzie intervistate riporta infatti freddezza o scarsa propensione dei clienti ad accettare aumenti di costo, nonostante l’interesse a utilizzare tecniche di nobilitazione.

Per gli stampatori i principali benefici delle nobilitazioni di etichette sono certamente una maggior attrattiva visiva (82%) o una miglior percezione del marchio (33%), ma anche il tema della protezione del prodotto riporta il 24% dei riscontri. 

Tra le diverse tecnologie
Il tipo di stampa che secondo i fornitori offre le maggiori potenzialità per le etichette è la “stampa a caldo”, indicata da quasi il 40% degli intervistati. È poi l’utilizzo della verniciatura UV a essere votato dal 25% degli intervistati. Medesima la percentuale di chi ha dichiarato “altro”, e sono coloro che hanno indicato la serigrafia come tecnologia ancora di punta, e altri che hanno preferito indicare come siano le soluzioni ibride (o integrate) a offrire i risultati migliori.

Per gli stampatori è sempre la stampa a caldo a farla da padrona (50% la indica come tipo di tecnologia più usata in generale). La verniciatura UV che è indicata dal 23% degli stampatori come tipo di nobilitazione preferito nella stampa in generale sale invece al 50% quando si parla di stampa di etichette. Sempre per la stampa di etichette il 60% degli stampatori indicano comunque la stampa a caldo come tecnica preferita, e anche la laminazione trova spazio nel 25% degli intervistati. Diverse sono invece le risposte delle agenzie. L’utilizzo della verniciatura UV è la tecnica preferita da chi si occupa di creatività, mentre la stampa a caldo e la laminazione risultano meno segnalate rispetto a quanto indicato da fornitori e stampatori. Un ultimo accenno alle tecnologie digitali di nobilitazione. Abbiamo chiesto ai fornitori quanto siano diffuse e il riscontro mette in evidenza come ancora non ci sia grande conoscenza e utilizzo delle tecnologie digitali. Compito dei fornitori, evidentemente, è quello di far meglio conoscere vantaggi e opportunità.

Carta is “a must”
La domanda “Quale tipo di supporto preferite e quale offre la miglior resa per la nobilitazione” vede un plebiscito a favore della carta. Oltre il 90% degli stampatori utilizza etichette di carta per poi nobilitare, l’88% dei fornitori dichiara che è la carta a offrire i migliori risultati, il 95% delle agenzie propone progetti di etichette nobilitate con supporti in carta.

I materiali per la nobilitazione
Questa domanda, posta ai fornitori e alle agenzie, mette in evidenza una predilezione per le lamine metalliche, indicate come principali materiali utilizzati dal 58% dei fornitori e dal 64% delle agenzie. Diverso invece l’ordine di preferenze sugli inchiostri. Secondo il 55% dei fornitori sono gli inchiostri UV a essere principalmente utilizzati, per il 29% gli inchiostri speciali. Per le agenzie, invece, le vernici speciali sono scelte dal 52% dei rispondenti e gli inchiostri UV dal 32%. Potrebbe essere una errata classificazione, ma è comunque un segnale che per le agenzie il cercare qualcosa di “speciale” è fondamentale per le proposte che poi fanno ai clienti.

Le sfide operative e di miglioramento
Riuscire a sviluppare innovazione tecnologica in grado di rispondere alle richieste di miglioramento da parte di clienti e operatori del mercato è da sempre una sfida aperta. Le domande che abbiamo rivolto a fornitori e agenzie possono servire per capire a che punto siamo e soprattutto come ciascuna delle parti si sta muovendo. Per i fornitori i miglioramenti tecnologici devono andare nella direzione della riduzione dei costi (65%), del miglioramento della qualità e della facilità d’uso (32%), nell’aumento della velocità (23%). Per le agenzie le principali sfide operative sono nella variabilità dei materiali da gestire (68%), nella qualità e precisione (42%), nella necessità di migliorare gli scarti di produzione (16%). E le tendenze emergenti della domanda sono per soluzioni che siano di ecosostenibilità (62%), di un design più minimalista (42%), di integrazione di elementi digitali e di personalizzazione (entrambi attorno al 25%). Ci sono quindi vuoti da colmare tra i due approcci, anche se ci sono già sul mercato fornitori che stanno facendo del tema della ecosostenibilità o della riduzione degli scarti una propria strategia operativa, che comincia a vedersi anche in Italia.

La sostenibilità è il riciclo
Già nelle domande precedenti era emerso l’interesse (crescente in ogni ambito) verso le logiche di sostenibilità. Abbiamo voluto quindi fare alcune domande sia sul valore della sostenibilità sia sulla rilevanza delle azioni e attività che favoriscano il riciclo, attraverso il recupero degli scarti. Il riscontro è stato molto interessante e apre a successivi approfondimenti che mettano in evidenza le soluzioni che già qualche attore sta implementando a livello europeo e nazionale.

Nel frattempo vediamo le risposte che ci hanno fornito i tre panel di intervistati. Per i fornitori abbiamo previsto una domanda che ci potesse restituirne il pensiero sugli ambiti in cui lavorare per aumentare la sostenibilità del processo di nobilitazione.

Efficienza dei processi è la risposta più votata (dal 71% del panel), a cui si abbinano temi energetici (il 40% dice che si deve lavorare sui consumi delle macchine) e temi legati ai materiali. Il 42% del panel propone che si debba lavorare sul riciclo dei materiali di scarto, mentre il 22% sostiene che si debba lavorare per trovare materiali che provengono da fonti sostenibili. Per gli stampatori è soprattutto alla sostenibilità dei materiali utilizzati che si deve dare importanza. In generale oltre l’82% ritiene che i materiali con cui vengono prodotte e nobilitate le etichette abbiano un ruolo tra l’abbastanza e il molto importante. Per le agenzie l’interesse verso soluzioni di nobilitazione eco-sostenibili è dichiarata dall’87% degli intervistati. È l’affondo sul tema del riciclo degli scarti che ci offre ulteriori prospettive. Non è ancora un tema ritenuto “molto rilevante” dagli stampatori. Sono infatti solo il 18% degli intervistati che lo classificano così. Il 58% però inizia a ritenerlo “abbastanza rilevante” e per nessuno è “poco rilevante”.

La medesima domanda posta alle agenzie ribalta però la situazione. Per il 45% la riciclabilità degli scarti di produzione è ritenuta “molto importante” e per il 40% “abbastanza importante”. In totale è l’85% delle agenzie che dichiara particolare attenzione al riciclo degli scarti (mentre al momento solo il 76% degli stampatori).

In questa differenza di pareri ci sta sicuramente una problematica “pratica”. Da parte degli stampatori viene dichiarata una difficoltà generale nel trovare soluzioni che facilitino il riciclo degli scarti di produzione, oltre alla considerazione delle componenti di costo che gravano sui servizi di recupero e riciclo. Alla domanda “quali materiali trovate più difficili da riciclare” gli stampatori hanno messo in evidenza una difficoltà generica su tutti i prodotti di lavorazione. Le pellicole trasparenti sono state segnalate da oltre il 40% del panel, ma anche inchiostri, vernici e lamine fanno parte della mancanza, ancora, di un sistema di iniziative di raccolta e riciclo che invece sono già maturate nel tempo per altri prodotti e materiali. È certamente un’area di miglioramento per la nostra industria.


18/04/2025


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