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Aggiungi un piatto (personalizzato) a tavola

Se un tempo a conquistare i commenti estasiati dei commensali era “il servizio buono” ereditato dalla nonna e gelosamente custodito, oggi le nostre credenze si popolano di piatti “instagrammabili”, personalizzati con tinte pop e scritte audaci. Ne parliamo con Mariangela Negroni (Funky Table), Ginevra Bocini (Bitossi Home), Fabio Fiore (Fotoceramica.Shop).

Di Caterina Pucci | Su
PRINTlovers 87 

Anni di repliche di “Cortesie per gli ospiti” ce lo hanno insegnato: la mise en place o, per dirlo in italiano, l’arte di apparecchiare la tavola, racconta moltissimo di noi. Le stoviglie che scegliamo per accompagnare i nostri pasti, che siano da soli o in compagnia, appartengono a quell’elenco mai troppo lungo di cose di cui ci piace circondarci e che spesso ci descrivono meglio di una fototessera.

Dillo con un piatto

La decorazione delle ceramiche da tavola risale a oltre 10.000 anni fa. Il termine stesso deriva dal greco kéramos che significa, letteralmente, “argilla per stoviglie”. La sua composizione – una terra a base di silicato di alluminio – la rende facile da plasmare e in grado di assorbire efficacemente l’acqua, e dunque indicata alla conservazione di cibi e bevande. Nei secoli, l’Italia ha sviluppato una solida tradizione artigianale in questo settore; con l’avvento della rivoluzione industriale, l’intera penisola si è popolata di distretti di produzione di fama mondiale.
Oggi questa tradizione artigianale si contamina con linguaggi contemporanei, per incontrare i gusti di una nuova generazione di acquirenti, alla ricerca di pezzi unici, di qualità, a prezzi contenuti. Ne parliamo con Mariangela Negroni che nel 2015, insieme a sua sorella Titti, ha dato vita a Funky Table, un concept store con sede a Milano nel cuore delle Cinque Vie. Il brand propone accessori per la tavola che spaziano dal vintage alle piccole produzioni in serie. «Volevamo rivoluzionare l’idea di tavola mescolando tradizioni, colori e ispirazioni provenienti da più parti del mondo: Giappone, Grecia, Sud Italia, Nord Africa», racconta Negroni. «La nostra proposta è in aperto contrasto con il minimalismo che ha dominato gli anni Novanta, promuovendo l’idea di servizi da tavola coordinati, dai colori possibilmente neutri». La cifra stilistica di Funky Table è, invece, l’iperdecorativismo spinto, che immagina una tavola composta da piatti coloratissimi, diversi l’uno dall’altro. «Se apriamo la credenza, ci troveremo piatti che abbiamo ereditato, altri ancora che ci hanno regalato o abbiamo acquistato alla fine di un viaggio» prosegue Negroni. «Abbiamo cominciato a indagare il concetto di piatti singoli che diventano parte di un’unica storia collettiva, che racconta le diverse sfaccettature della nostra personalità e della nostra società». Oltre a fungere da oggetti da arredamento, i piatti personalizzati diventano all’occorrenza un’efficace strumento di comunicazione. Il claim di Funky Table, del resto, è “Say it with a plate”, cioè “Dillo con un piatto” ed è nato all’interno di una delle loro collaborazioni di lunga data: quella con l’azienda fiorentina Bitossi Home. Società interna al Gruppo Colorobbia, nell’anno in corso Bitossi Home festeggia il centenario della fondazione della manifattura Bitossi Ceramiche 1921-2021,  fondata da Guido Bitossi nel 1921,  da cui ha avuto inizio la straordinaria vicenda industriale della famiglia Bitossi.

La tavola scomposta

L’incontro tra Bitossi Home, editore della tavola toscano e Funky Table negozio milanese, avviene durante un’edizione del Salone del Mobile di qualche anno fa. La sinergia tra le due realtà porta alla nascita del progetto “La Tavola Scomposta”, che oggi conta un centinaio di referenze, distribuite in circa mille punti vendita. Nel corso degli anni il progetto La Tavola Scomposta di Bitossi Home ha incrementato le collaborazioni coinvolgendo giovani designer, al fine di suggerire al cliente un costante cambiamento di stili nelle nuove collezioni portando nella mise en place il giusto equilibrio tra poesia e ironia. Il risultato è un mélange di artigianato e prodotto industriale, che si presta a diventare strumento di marketing. «Abbiamo diversi progetti bespoke con brand della moda, che ci chiedono di realizzare servizi da tavola personalizzati, in occasione di eventi specifici o per il lancio di una nuova collezione», spiega Ginevra Bocini, art director del brand toscano. «Recentemente abbiamo introdotto un servizio di table-sharing, che permette di noleggiare i prodotti dai tre ai sei giorni prima di effettuare un acquisto. La nostra utenza è composta prevalentemente da donne di età compresa tra i 25 e i 65 anni, accomunate dallo stesso desiderio di esprimersi attraverso un oggetto semplice come un piatto, che diventa un pezzo dell’arredamento d’interni. Inoltre, in seguito alla pandemia, abbiamo dovuto rafforzare i nostri canali online, sia a livello commerciale che in termini di comunicazione. Non solo le piattaforme di e-commerce, ma anche i social necessitano una cura costante, che non si esprime esclusivamente con fotografie curate nei dettagli, ma anche attraverso la storia di ciascun pezzo, che deve apparire quanto più autentica possibile», conclude Bocini.

Si stampa anche in digitale

Le stoviglie in ceramica sono uno strumento di comunicazione potente in grado di consolidare l’identità di un brand. Per questo genere di utilizzo, si ricorre solitamente alla stampa digitale, con cui è possibile realizzare piccole tirature ed edizioni limitate a prezzi concorrenziali. È il caso di Fotoceramica.Shop, azienda specializzata nella decorazione di piccoli e piccolissimi lotti di ceramica e porcellana. Fabio Fiore, co-fondatore dell’azienda insieme a Daniela Ghinelli, ci spiega quale tipo di clientela predilige questa tipologia di applicazione: «Da una parte c’è il settore B2B, composto prevalentemente da professionisti dell’ambito Ho.Re.Ca. Questi clienti sono mossi dal desiderio, se non proprio dalla necessità, di rinnovare le proprie strutture molto frequentemente e colgono l’occasione per rispolverare anche la propria immagine aziendale». Se in passato il servizio di piatti personalizzato con nome e logo della struttura era appannaggio di alberghi e ristoranti di lusso, oggi anche una piccola trattoria o un bed&breakfast a conduzioni familiare possono permettersi di personalizzare i propri arredi e stoviglie, grazie alla stampa digitale.
Nel caso del B2C, la personalizzazione di stoviglie è legata maggiormente alle ricorrenze. «Spesso ci vengono richiesti oggetti in ceramica customizzati ad hoc per festeggiare un lieto evento come una laurea o un matrimonio: si utilizzano fotografie dei festeggiati, caricature di amici e parenti, frasi simpatiche e tormentoni» spiega Fiore. La decorazione viene realizzata con una tecnica chiamata fotoceramica in decalcomania. Sostanzialmente, si tratta di elaborare l’immagine o grafica fornita dal cliente, con particolari applicazioni che consentono di realizzare un provino grafico dell’oggetto decorato su richiesta. Quando il risultato soddisfa il cliente si passa alla stampa su una carta speciale. Per farlo, si utilizzano stampanti digitali di ultima generazione, appositamente modificate per funzionare in quadricromia con inchiostri toner a pigmenti ceramici. Dopodiché si passa alle lavorazioni propriamente artigianali per rifinire i pezzi prima di spedirli. «Le stampe vengono spalmate con una lacca ceramica liquida, composta da collodio e fondente – prosegue Fiore –  e una volta asciutte, le grafiche stampate vengono ritagliate a forbice, una ad una. Lo spessore e la viscosità del foglio laccato non ci consentono di utilizzare plotter da taglio. Le grafiche ritagliate vengono immerse in acqua, lo strato di smalto trasparente che riveste e protegge l’immagine si separa dal foglio e viene posizionato e applicato sulla superficie smaltata. Il passaggio in essiccatore precede l’ultima e fondamentale fase di lavorazione: la cottura». Anche per Fotoceramica.Shop la presenza sul web è fondamentale, tuttavia «Non reputiamo l’e-commerce la scelta più appropriata per il nostro segmento, inteso come decorazione personalizzata» spiega ancora Fiore. «Dal primo contatto alla messa a punto della grafica finale possono passare diversi giorni, durante i quali c’è un confronto continuo col cliente per verificare la fattibilità del suo progetto. L’acquisto d’impulso non ha riscontro con la nostra attività. Molto tempo lo impieghiamo per far capire e dimostrare che stampare con toner ceramico per decorare superfici smaltate non è come stampare su carta o creare colori ed immagini su schermo. Le tonalità e le sfumature realizzabili sono molto più limitate, quando ci vengono illustrate le grafiche da realizzare partendo dai codici Pantone, sappiamo già che ci attenderà un lavoro dimostrativo per far sì che il cliente riesca a comprendere limiti e potenzialità della fotoceramica in decalcomania» conclude Fiore.


 


09/07/2021


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