How it's made

Per chiudere in bellezza

Sciogliere un nastro, togliere un sigillo, strappare una linguetta, sfilare una fascia… Sono operazioni che prolungano il contatto con la confezione, ne svelano i materiali e le forme, e fanno della scoperta del prodotto un momento fatale. Come un incantesimo, l'esperienza tattile e visiva si concentra sulla superficie dove alloggia la chiusura. Che deve essere originale, sexy, capace di corteggiare il cliente. E comunicare il brand.

Di Lorenzo Capitani | Su PRINT 67

A marmotta, all’americana, automontanti, a slitta… scegliere il tipo di chiusura di un astuccio è una fase importante del processo di progettazione del packaging. Perché la chiusura ne esprime la totalità sintetica, concentra in un dettaglio lo sguardo avvolgente e onnicomprensivo del cliente.
Soprattutto ora che sembra tutto a portata di mano, ma lontano, il cliente deve essere attratto, sedotto all’acquisto e va coccolato, sempre, perché si rammenti il brand. Anche con l’attenzione per i piccoli dettagli, come un materiale, un colore speciale o una nobilitazione. Finanche una chiusura. Ecco, noi ne abbiamo scelte otto in cui un particolare può far la differenza.

1 MAGNETI E CALAMITE
L’utilizzo di magneti e calamite affogate nel cartone della patella consente di nascondere la chiusura di una scatola creando forme pulite ed esaltando linee e geometrie: è il caso della scatola di Diane von Furstenberg della foto. I magneti utilizzati possono essere di due tipi, a bottone o a strisce. I primi, normalmente in neodimio, si attraggono con maggior forza (fino a 140 kg di forza) e si prestano di più a essere nascosti a patto di sceglierli dell’altezza corretta per essere a filo con il cartone. La loro sede si ricava in fase di fustellatura del cartone quando si eseguono i fori tondi nei quali saranno inseriti. L’importante è prestare particolare attenzione alle corrispondenze perché la superficie di contatto è poca e si rischia che non si tocchino correttamente. L’inserimento avviene al momento di ricoprire la scatola con il materiale scelto. La colla usata in accoppiatura agevola il posizionamento.
Meno discreto è invece l’uso di strisce magnetiche in ferrite che non possono essere nascoste sotto il rivestimento e hanno una forza attrattiva inferiore. In realtà, ne esistono anche di colorate per creare effetti particolari e spesso sono già adesive, il che consente un posizionamento decisamente più semplice. Squisitamente lussuoso è il packaging realizzato dall’agenzia Cyberpac per la software house inglese Xibis, realizzato in occasione del lancio della loro piattaforma di sviluppo. Una slip case in carta Corvon (Winter & Co) stampato con foil argento e logo serigrafato lucido che contiene un cofanetto in suede floccato, chiuso da magneti.




2 MARMOTTA
La scatola con il coperchio è forse la più utilizzata dopo quella all’americana da spedizione a quattro patelle. La scatola a marmotta per intenderci è la classica scatola da scarpe, ma non per questo deve essere scartata quando si deve realizzare un packaging di lusso. A partire dall’innegabile fascino di una marmotta di Sergio Rossi o di Chanel, si possono realizzare variazioni davvero eleganti. È il caso della serie realizzata per la manifattura di alta orologeria Schofield Watches dall’inglese Progress Packaging. Con all’attivo progetti per numerosi marchi del lusso, della moda e della bellezza, la cartotecnica è specializzata nel trovare soluzioni che coniughino legno e carta. Nel Luxury box set della foto realizzato in solo 100 pezzi, la marmotta ha il coperchio quasi pari con il vassoio “per rallentare l’apertura” spiegano sul sito (www.progresspackaging.co.uk) “e accrescere così il piacere dell’attesa” di arrivare alla scatola in legno chiusa da una fascetta in stoffa. Il cartone del vassoio, che ha un lato libero, e del coperchio sono ricoperti rispettivamente in Wicotex Lite 38013 Light Blue e Corvon Shimmer Powder 834 Ice Black stampato a caldo in nastro color bronzo. Il trucco è giocare con il coperchio e con il vassoio e sperimentare soluzioni alternative.
Ad esempio, nel packaging realizzato da Jonny Lu per lo store on-line di Victoria Beckham si gioca con i contrasti tra la riciclata craft del coperchio e la carta extra gloss del fondo. Ma interessante è la soluzione di chiudere esattamente pari le due parti. Mentre nella scatola per la fragranza Abel dell’omonimo profumiere danese vassoio e coperchio non si toccano nemmeno. Nella base infatti, è inserito un cubo in EVA colorato nel quale sono stati ricavati la sede per la boccetta e per un piccolo folder. È la boccetta che tiene sollevato il coperchio bianco ottico e lascia intravedere la parte colorata.




3 NASTRI E FIOCCHI
Il nastro è simbolo del dono per antonomasia. E il packaging, come detto, è un piccolo regalo che un brand fa a chi ha scelto di comprare un suo prodotto. Un gesto d’attenzione che a volte va anche oltre il contenuto come accade per la Luxury Beauty box di Amazon di cui parlavano all’inizio.
È un’interessante proposta nella quale Jeff Bezos ha pensato di raccogliere e chiudere con un elegante fiocco nero i sample di una ventina di prodotti beauty. Il prezzo è di 19,99 $ eppure la qualità del packaging è decisamente prezioso. Non è un caso che sulla sua pagina ci sia una gallery di foto realizzate da chi l’ha comprata (http://tiny.cc/zawljy). Altro livello ovviamente è quello dello shopping set di Gucci, packaging e relativi shopping. I colori sono quelli tradizionali così come i materiali e le nobilitazioni. E anche in questo caso non mancano i nastri logati annodati a fiocco a chiudere le scatole. Decisamente inusuale è invece quello che si sono inventati i creativi di Harrods creando una scatola trapezoidale in cartoncino uncoated avana chiusa da nastro che, entrando e uscendo da otto asole fustellate, chiude la carrier bag. Lo stesso nastro, che occorre passare a mano in fase di produzione, crea anche le due maniglie.




4 INCASTRI AUTOMONTANTI
L’abilità del bravo cartotecnico sta nel creare una scatola che con un solo colpo di fustella contenga tutte le sue componenti, chiusure comprese. È un gioco di ingegno che può riservare sorprese e dar vita a soluzioni innovative. Così è nata la scatola che la Isonova di Volpiano, Torino, ha realizzato per la crema di liquore sudafricana Amarula che per le sue caratteristiche necessita di particolari condizioni di stoccaggio. Si tratta di un packaging automontante in polistirene estruso XPS (Laminil) accoppiato a carta plastificata in PET oro e argento che può essere serigrafato, stampato UV o impresso a caldo. Il prodotto all’interno di un packaging in Laminil, grazie alla sua resistenza termica, viene protetto dagli sbalzi termici così da evitare che la sua qualità venga compromessa da sbalzi termici.
Autochiudente anche la box tea ideata dal designer Coby McDougall per i tè della giapponese Simply T. Un packaging in carta naturale sbalzata e stampata con inchiostri alimentari e con un’ingegnosa chiusura ispirata agli origami che rende la parte alta della scatola simile a foglie di tè. Ingegnosa anche la chiusura dell’astuccio per gli smalti naturali removibili senza l’aiuto di solventi dell’inglese Little Ondine. Una crociera fustellata in cui il tappo applicatore della boccetta funge da perno per incastrare le alette del coperchio.



5 SIGILLI
L’utilizzo di sigilli come bottoni, clip, spago o fermacampioni deriva dall’uso postale di rendere ispezionabile la corrispondenza. Il plico doveva poter essere aperto, verificato, e proseguire il suo viaggio verso il destinatario senza che si rovinasse. Oggi, lo scopo nel packaging è puramente decorativo ma spesso consente un interessante storytelling come accade per la chiusura ad alamaro nel packaging della cartiera Fedrigoni che realizza la spina in carta arrotolata. O ancora è il caso del folder porta cd realizzato dallo studio di design vietnamita Gbox Studios (http:// tiny.cc/3acmjy) ispirandosi al mondo degli origami.
Il quartino è ottenuto da un sestino a portafoglio, chiuso pari e incollato, tranne 4 lembi lasciati liberi che sollevandosi consentono l’incastro del disco. Il tutto chiuso con un bottone rivettato e uno spago. Lo spago è stato scelto anche dalla canadese Thread Theory per la sua linea di abbigliamento ispirata alla natura incontaminata e fatta di filati naturali che viene spedita in buste a sacco in cartoncino grezzo e stampato in nero. Lo spago diventa nastro di raso di seta per le scatole Heritage della gioielleria Rebus di Londra. Realizzate in carta Corvon della Winter & Co. e impresse a caldo, accolgono in una culla in EVA nero un raffinato anello sigillo in oro bianco, realizzato a mano, una matrice e la ceralacca.
Curiosa invece l’idea dell’art director della canadese Sid Lee Nadine Brunet che si è inventata un packaging per un’iniziativa di book-crossing sulla metro di Montréal. I libri viaggiano di lettore in lettore in una scatola bianca in microonda stampata chiusa da un fermacampione montato a rovescio. All’interno un piccolo registro nel quale annotare il lettore e qualche pensiero come una sorta di diario di bordo.




6 CERALACCA
L’uso della ceralacca è antico e risale al medioevo, quando plichi e documenti venivano sigillati per attestarne l’autenticità. Ma come è fatta oggi la ceralacca? Normalmente disponibile in stecche colorate, è costituita da gommalacca o altra resina vegetale, trementina veneta e pigmenti colorati. La sua particolarità è quella di fondere senza bruciare anche a contatto diretto con la fiamma e rimanere plastica sufficientemente a lungo per poter essere impressa dal sigillo, aderire al supporto e raffreddarsi senza formare crepe. La sua applicazione ovviamente può avvenire solo manualmente e non si adatta ad alte tirature, sia per costi che per i tempi di applicazione. Grande cura deve essere posta nella realizzazione del sigillo il cui disegno negativo deve risultare netto e chiaro una volta impresso. L’uso della ceralacca ha lo scopo di dare un sapore antico e autentico al packaging e coccolare il cliente passandogli il messaggio che l’oggetto che ha acquistato è stato realizzato e confezionato solo per lui. È il caso della casa di moda Solosso di Singapore, specializzata in camicie di pregio rigorosamente su misura, che ha scelto, anche per il suo e-commerce, di sigillare la velina che avvolge il capo. Decisamente più stravagante la scelta dell’agenzia statunitense Anagrama che per la Nemesis Film, una delle prime case di produzione di film horror sudamericane, ha scelto una brand identity total black con stationery e packaging che prevede l’uso diffuso di ceralacca nera per sigillare pacchi e corrispondenza. Un tocco di autenticità infine, viene dal packaging scelto da Rewined, un’azienda della South Carolina, che commercia prodotti come saponi e candele ispirati al mondo del vino. Per la loro linea Soap l’agenzia Stitch Design Co. ha realizzato un packaging in carta goffrata, una fascetta stampata con un pattern che ricorda le venature delle botti di vino, un lettering da cantina vinicola e un sigillo in ceralacca a chiudere il tutto come per i vini più blasonati.




7 FASCETTE, ETICHETTE E STRAPPI
A volte l’apertura della confezione di un prodotto può essere un punto di non ritorno. È quello che succede quando si apre un packaging chiuso da una fascetta o un’etichetta di carta. Nulla di tecnicamente difficile: carta, stampa, magari una nobilitazione e poi l’applicazione. Ma questa semplicità va colta come opportunità di comunicazione. Una fascetta, come in un libro, può essere un veicolo di marketing o consentire, come nella gift box di preziosi tè della catena chocolatier libanese Patchi, di riportare codice a barre, ingredienti e indicazioni di legge.  Attiva in 22 paesi nel mondo, Patchi fa del packaging un punto di forza per esaltare ancor di più il valore dei prodotti che vende in tutto il mondo. La gift box della foto è in legno ricoperto all’interno in velluto e chiusa da una fascetta. Una volta rotta e bevuto tutto il tè resta una bella scatola.
Il team di creativi americano di Savvy Studio ha sviluppato per la Håndværk di New York un’immagine coordinata per le loro esclusive creazioni di moda che prevede un packaging assolutamente bianco chiuso con etichette scritte a mano in rosso. L’effetto è quello già visto per la ceralacca. Infine, un’idea davvero originale è l’utilizzo dell’apertura scelta dalla casa di produzione cinematografica Nexus Productions per un cofanetto che contiene i portfolio dei loro 19 registi. Il progetto, voluto dal produttore esecutivo Julia Parfitt, si compone di una serie di scatole in cartone grezzo in microonda serigrafati a un colore bianco. La particolarità è che ogni scatola ha una chiusura a strappo di quelle usate per le buste di sicurezza. Il cofanetto è tenuto insieme da un elastico a croce colorato. Una soluzione tutto sommato economica, ma che sa indubbiamente incuriosire



07/05/2018


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