Interviste

I brand di lusso mi chiedono shopper in carta

Carte di pregio, attenzione alla sostenibilità dei processi, eleganza, nobilitazioni distintive, rifiniture artigianali. Sono le caratteristiche delle luxury shopper richieste dalle griffe. Parola di Stefano Fiorini.

Di Achille Perego | Su PRINT 63

“Nel settore del lusso – esordisce Stefano Fiorini, Sales Director Shopping & Luxury Divisions di Fiorini International e appartenente alla quarta generazione come il fratello Pietro e la sorella Anna, anche loro già impegnati in azienda – tutto è possibile e tutto è richiesto. Sia in Italia sia all’estero”. Un mercato, appunto quello estero, dove Fiorini International sta crescendo e dove vanta uno stabilimento produttivo a Praga e le filiali commerciali di Parigi e Shanghai oltre a quella italiana di Milano, la capitale della moda. E in particolare cresce (+65% negli ultimi 5 anni) nella divisione luxury. Grazie anche alla spinta ricevuta dall’apertura nel 2015, dopo undici anni di collaborazione con partner cinesi, della Fiorini International Trading Shanghai Co. Ltd.

Una società – spiega Stefano Fiorini – che si occupa di servire la clientela con tutti i prodotti inerenti al segmento luxury: shopping bag in carta, sacche in tessuto, scatole, carta velina, etichette, portabiti, grucce, borse in vari tessuti. Grazie a questa presenza diretta, che non esclude in futuro anche una produzione diretta, comunque possiamo già controllare i materiali e le lavorazioni tenendo anche conto che oggi per noi il mercato cinese vale il 35% ma è certamente destinato ad aumentare perché 99 shopper a lavorazione manuale su 100 sono prodotte in Asia. E sommando shopping bag e accessori gestiamo dall’Asia più di 20 milioni di pezzi annui”. 

Gli shopper però li producete anche in Italia...
Certamente. La manodopera in Cina ha un’incidenza inferiore e quindi negli ultimi vent’anni molta produzione, anche nel nostro settore, si è spostata nel Far East. Noi come policy abbiamo voluto mantenere sia gli shopper made in Italy sia quelli made in Cina per offrire due prospettive diverse di prezzo e di organizzazione per una distribuzione diretta sui mercati asiatici.

Da che cosa nasce la diversificazione di offerta che comprende anche porta abiti, grucce oltre che scatole o penne firmate Fiorini?
Dalla richiesta che ci è arrivata direttamente dai nostri clienti che auspicavano un ventaglio completo di prodotti tutti di alta qualità oltre all’efficienza del servizio di distribuzione per cui stiamo terminando la costruzione di un magazzino automatico con 18mila posti pallet. Così come stiamo pensando a un ampliamento della sede di Trecastelli e investimenti in nuove macchine sia offset sia flessografiche ma anche di confezionamento mentre per ora non abbiamo investito nella stampa digitale ritenendola adatta più a piccole tirature.

Un catalogo di prodotti così ampio non può essere realizzato tutto in casa?
Ovviamente. Noi siamo specializzati nella stampa offset e flessografica, con macchine fino a 12 colori e che lavorano su tre turni. Non siamo cartotecnici così come produttori di penne o grucce per cui ci avvaliamo di partner qualificati.

Veniamo al cuore dell’intervista, le shopper bag luxury. Quali sono i trend in questo mercato?
Fino a dieci anni fa erano molto usate le shopping bag in plastica. Oggi è sempre più richiesta la carta, in particolare riciclata e senza più plastificazioni, anche perché i brand della moda sono diventati sempre più attenti all’ecosostenibilità e ci sono Paesi come gli Stati Uniti che richiedono espressamente l’utilizzo di almeno il 40% di carta riciclata. Ma la shopper in carta ha un potere di comunicazione più forte, si presenta elegante e la sua consistenza e robustezza le permette di "restare in piedi" quando viene appoggiata rispetto alle bag in tessuto o in plastica. Infine viene preferita la forma orizzontale all’italiana rispetto a quella verticale alla francese.

Ricorrere alla carta riciclata non significa abbassare la qualità delle shopper delle griffe?
Affatto. Innanzitutto sono tutte chiuse a mano con la possibilità di sbizzarrirsi per esempio nella creazione della maniglia in carta o tessuto; sono molto rari i materiali sintetici. E poi vengono richieste stampe particolari, in serigrafia, a caldo con rilievi in oro o tono su tono, con tutte le più ricercate forme di nobilitazione e passaggi in vernici UV e perlescenti. Il progetto quasi sempre nasce negli uffici e nelle agenzie creative dei singoli marchi e poi noi collaboriamo con i creativi per ottimizzare la lavorazione. Tenendo anche conto che in Italia ci sono cartiere di altissima qualità che propongono carte sempre più ricercate e raffinate.

Quindi possiamo dire lunga vita alla carta per le shopper bag di lusso?
Senza dubbio. È la materia prima che si presta maggiormente alla richiesta dei brand di avere shopper che, non solo con il marchio ma con il colore, la goffratura, i rilievi, le stampe speciali, e quindi ogni minimo dettaglio, identifichino il brand. E quando un cliente esce dalla boutique trasmetta l’idea del lusso senza mai lasciare nulla
al caso.


23/06/2016


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