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6 ispirazioni per il packaging del futuro da Luxepack Monaco 2018

Facciamo ancora il punto sulle piccole e grandi novità che abbiamo adocchiato gironzolando tra gli stand di Luxepack 2018. Per cominciare una considerazione di fondo: il settore del luxury packaging è in salute, così come sono ottimi i margini delle aziende dei beni di lusso. E il futuro? Non c’è dubbio che sarà determinato dai consumatori più giovani, attentissimi all’ambiente e al digitale. È alla Generazione Z infatti che tutte le innovazioni esposte nel salone monegasco si rivolgono. Il lusso vuole proporsi al suo nuovo pubblico con un’allure etica e per farlo mescola tecnologia e saper fare artigianale, materiali di ultima generazione e rifiniture realizzate con la perizia di gesti antichi. Gli imballaggi sono sempre più attenti a esibire la naturalità dei materiali, astucci e applicatori di cosmetici hanno design minimali ma personalizzabili in infinite varianti, le formule dei cosmetici sono sempre più alleggerite (slow formulation). E i colori? Sgargianti ma opachi. Materiche e molto sensuali, le finiture matt sono infatti le più adatte a esaltare le superfici e i dettagli green. Tantissimi i cofanetti-scrigno concepiti con l’apertura dal basso verso l’alto fatti apposta per svelare gioielli e profumi, in un gioco di volumi che ha come obiettivo la sorpresa inaspettata. E, consuetudine ineludibile, l’immediata condivisione.

1. L’impronta digitale del pack.
Luci puntate sullo smart packaging a Luxepack 2018 con il Digital Village, una sezione piuttosto ampia quest’anno, interamente dedicata alle soluzioni innovative che i brand possono adottare per rendere interattivo il dialogo con il cliente.  NFC, augmented reality, integrazione con le app di Facebook  o con app proprietarie che accompagnano il custormer journey nel pre- vendita, nell’esperienza instore e nel post-vendita,  ma non solo:  le tecnologie digitali applicate alle confezioni diventano strumenti di direct marketing grazie alla profilazione dell’utente sulla base del suo comportamento d’acquisto e la tracciabilità del prodotto anche dopo l’uscita dal negozio. Le performance delle nuove app  integrano l’anticontraffazione e la gestione logistica del magazzino, per offrirsi come sistemi di protezione del marchio sempre più efficienti.  Questi inediti flussi di conoscenza di cui dispongono le aziende rendono disponibili, come logica conseguenza, nuovi servizi ancora tutti da inventare. L’interazione confezione-cliente-azienda presto proporrà, c’è da scommetterci, una varietà infinita di forme e soluzioni creative. Sempre più smart sono anche le confezioni monodose, ma attenzione…

2. Non chiamateli campioncini.
La tendenza del sampling in tutte le sue forme è in forte crescita. Sono importanti veicoli di marketing per le aziende cosmetiche, soprattutto quelle che puntano molto sull’e-commerce. L’attenzione – e con lei la creatività – è massima non solo perché cresce il bisogno di toccare, annusare e provare i prodotti prima di acquistarli, ma anche per l’abitudine all’uso di versioni mini dei prodotti deluxe come soluzione alle esigenze della mobilità diffusa. Senza parlare dei prodotti in selfie-size: kit contenenti monodose di make-up da utilizzare per i fatidici scatti da condividere su Instagram in cui le utenti diventano testimonial del marchio. Nelle vetrine degli stand sono state esposte tutte le possibili varianti dell’infinitamente piccolo: dalla monodose alle taglie speciali, ma sempre salvaspazio, che contengono più prodotto e si possono richiudere. Dai travel size, nei cui formati ridotti si concentra la medesima cura di design e materiali delle confezioni full-size, e che rappresentano un business a sé – non vengono mai offerti gratuitamente – ai blister che offrono diverse nuance dello stesso prodotto, dalle confezioni double-duty a quelle con applicatore, dalle minijar modulabili ai flessibili e cartoncini usati come inserti pubblicitari che riproducono la forma della confezione per una riconoscibilità immediata quando si andrà a comprare il prodotto. E fanno la loro ricomparsa anche i mignon di profumo dopo lo strapotere delle fialette, pratiche sì, ma così poco collezionabili. Quanto ai profumi va detto che la creatività che l’anno scorso si era concentrata sul fondo rientrante delle boccette e sulle decorazioni esterne e interne alle bottiglie, questa volta ha investito i tappi.

3. Tappi -gioiello sfilano sulle passerelle della fiera di Montecarlo.
Alta profumeria e wine & spirits sono da sempre settori importantissimi a Luxepack. Se vetro e Surlyn continuano a rinnovarsi per presentare forme e lavorazioni diverse, dalla stampa interna alla bottiglia alla decorazione digitale, capita sempre più spesso che tutta l’innovazione si concentri sul tappo. Che diventa un accessorio-culto per flaconi e bottiglie spesso molto minimali nella forma e nell’etichetta, come una it-bag estrosa che riscatta e valorizza un abito di per sé poco appariscente. Ceramica, vetro, resine, metalli modellati e cesellati come sculture e gioielli che incoronano  bottiglie; moltissimi anche gli inserti di pelle e tessuti ad alto potenziale tattile, o materiali ad alto livello tecnologico come il TPU. Ma non solo: anche il collo è spesso impreziosito da ornamenti tessili come fiocchi e collarini, stoffe – meglio se naturali – indossati come foulard e abbinati alle etichette che cedono, anche loro, al fascino del tessile.  Se il design del tappo lo permette, non mancano i pendenti gioiello e le applicazioni di cristallo Swarovski (che abbiamo visto anche nelle etichette e nei collari dei vini, sì, o applicati direttamente sul vetro). E, forse non a sorpresa visto il nuovo materialismo affascinato dal passato della generazione Z, ritorna in pompa magna – è proprio il caso di dirlo – il vaporizzatore con la pompetta, quello dei tavoli a toeletta delle nostre nonne, solo che ora segue il ritmo delle passerelle e si riveste di ecopelliccia, velluti, fiocchi e stoffe drappeggiate come fiori, lavorazioni crochet e pizzi. E a proposito di pizzi…

4. Effetto laser, che passione.
C’è una vera e propria esplosione di lavorazione laser. Anziché stampare, si buca, anziché aggiungere si sottrae, con una precisione infinitesimale che rende le immagini come pizzi: dalle etichette ai pack, laserare non è più solo un altro modo di intendere la fustellatura, ma diventa un’arte a sé. L’arte che intaglia, ricama, decora, scrive o addirittura definisce le immagini con migliaia di pixel fatti di vuoto. Piccoli segni netti e attraversati dalla luce creano così meravigliose geometrie, che giocano sulla trasparenza e lasciano filtrare bagliori cangianti e sempre diversi. D’altra parte la luce è proprio uno dei trend fondamentali di questo periodo, la regina – immateriale – di tutti i materiali. E a proposito di leggerezza…

5. Il futuro è della carta velina.
Mentre le carte creative si fanno ruvide e goffrate per un maggiore appeal tattile – molte novità presentate dalle cartiere vanno in questa direzione - anche la carta velina, leggera, frusciante e impalpabile, ha avuto il suo spazio a Luxepack. Due i diktat: la sostenibilità, con personalizzazioni stampate ad acqua, e il ritorno al piacere lento di scartare un prodotto di alto livello confezionato nei minimi dettagli. L’unboxing, lo sappiamo, ne è la prova. Carta velina come dettaglio elegante e irrinunciabile del pack di lusso, dunque, ma non solo: la vediamo come elemento in grado di regalare un’esperienza multisensoriale, nella sua versione profumata completamente personalizzabile, protettivo all’interno del packaging per l’e-commerce e anche come shopper in se e per sé. Perché resistere alla sfida del futuro in un mondo in cui ci sarà sempre meno plastica è la sua missione. Ed è anche la missione del vetro…

6. Riciclabile, stupefacente vetro.
Nessun altro pack come una boccetta in vetro riflette il lusso nella sua declinazione più opulenta. Creazioni originali, impertinenti, sofisticate, eleganti, sensuali, le bottiglie di profumo hanno come superato il ruolo di meri contenitori: sono opere di design, che comunicano agli occhi una sostanza – il profumo – concepito per l’olfatto. Intensissimo è il lavoro di progettazione, grandissima l’attenzione ai dettagli: il peso, il volume, la trasparenza, i decori, la piqure, la forma. Del resto la boccetta svolge il lavoro di un attimo, disancora dalle profondità un desiderio, qualcosa che si sposta dentro e cerca un seguito. Dare una risposta a questo afflato interiore è possibile grazie alle nuove tecnologie di lavorazione e all’alto livello di artigianato impiegato nella produzione dei flaconi.  Molto si giocherà – così ci è parso passeggiando tra gli stand di Luxepack allestiti come piccole profumerie –  sulla personalizzazione dei colori e dei decori. Ed è proprio grazie alle tecniche di personalizzazione che i brand possono oggi sviluppare soluzioni di packaging veloci, per supportare brevi campagne promozionali, con volumi produttivi limitati.



Foto in home page per concessione di René Karla Innovations

 


12/10/2018


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