Progetti / Astucci e scatole

Astuccio pieghevole o scatola cartonata rivestita?

Astuccio o scatola?

Astuccio in cartoncino teso o scatola cartonata rivestita? È un bel dilemma, perché la scelta non è per nulla banale. Ce ne parla Grafica Nappa.


"Parlare di packaging oggi, e in particolar modo se si tratta di astucci pieghevoli e scatole rivestite, non può essere riferito alla sola produzione. La produzione, infatti, è solo l’elemento finale di una catena che parte da lontano: l’azienda cartotecnica moderna interviene nelle diverse fasi, in sinergia con il committente, il marketing e il progettista grafico.
Dall’idea derivante da uno studio di mercato può già delinearsi una strada da seguire. In questa fase, in relazione al settore, contenuto, target, prezzo, distribuzione, si definisce se il progetto dovrà prendere la forma di un astuccio pieghevole in cartoncino teso o di una scatola cartonata rivestita.

Ma la scelta non è per nulla banale. Molto spesso ci si riferisce alla scatola rivestita in parallelo al settore del lusso come una semplice equazione. Ma non è sempre così: è già difficile riuscire a strutturare una definizione di lusso. È lusso una fattura artigianale ma imperfetta o una produzione estremamente precisa ma seriale? È lusso usare nobilitazioni classiche su supporti goffrati o una stampa policromatica con drip-off su lamina argento? È solo il confronto col cliente che può sciogliere le riserve e dare il via al percorso di progettazione.

Sulla base della scelta fatta si aprono scenari diversi per l’utilizzo di supporti specifici, tecniche di stampa, nobilitazioni maggiormente “adatte”, progettazione dell’alloggio del contenuto, sistemi di apertura/chiusura, tipologia di allestimento.

Le decisioni prese in questa fase incidono, ovviamente, sull’intero ciclo di produzione, imballaggio, stoccaggio, distribuzione, scaffale, vendita, uso e riuso, smaltimento.
Progettista grafico e cartotecnico viaggiano passo passo lungo questa delicata fase tra dettagli tecnici ed esigenze di comunicazione, tra un “mi piacerebbe” e un “non si può fare”, tra il fattibile e il Visto si Stampi.
Ma non finisce qua. La validità di un progetto cartotecnico la si vede in produzione, dal numero di correzioni che ci saranno.
E ci saranno sempre, perché la strada della perfezione è infinita.
Ed è il fascino del nostro lavoro."

 

30/04/2019