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Cent'anni di Grafica Bozzi

“Finita la guerra aprì una bottega artigiana, che serviva una clientela tradizionale. Siamo diventati un’azienda tra le due guerre, con la produzio-ne del “copridamigiana”. Era un imballo di cartone che mostrava se nel contenitore c’era bianco o rosso, di che grado alcolico, da dove veniva, chi lo produceva. Brevettato, questo antenato del “marketing” del vino ci ha fatto sopravvivere per decenni: richiedeva macchine su misura e una ventina di operaie specializzate, che usavano carta vegetale pura per uso alimentare. Ma è stato il nostro punto di svolta”.
Davide Ortombina, veronese di Villafranca, guida insieme al fratello Enri-co la tipolitografia Grafica Bozzi, continuando una tradizione di famiglia nata nel 1917. Ma sa bene che chi non si evolve è perduto, non importa quanta storia abbia. Raggiungere i cent’anni è un traguardo che gli anzia-ni festeggiano con lo sguardo al passato, distillando gocce di saggezza. La visione di un’azienda con cento primavere deve essere invece rivolta al domani e stimolare nuove sfide: sapersi rinnovare, con tecnologia e crea-tività, fa la differenza tra spegnersi pian piano nel rimpianto e inventarsi il futuro ogni giorno.
E Grafica Bozzi non sta ferma un minuto. Ad esempio ha valorizzato lo storico legame col mondo del vino (“un mercato sano, che per noi è stato un’ancora di salvezza mentre tante aziende grafiche hanno subito i rove-sci della crisi”) e apre nuove strade con fantasia e sensibilità. Nel packa-ging, in particolare, ha scovato interessanti nicchie dove le aziende sono disposte a investire: ma a patto di ricevere soluzioni creative che escano dal solito “rumore di fondo”.

UNO STILE INNOVATIVO CON MATERIALI VINTAGE
Una delle vie che Ortombina con-tinua a percorrere è la collabora-zione con le piccole cartiere, che definisce “le sopravvissute”. Qui si riescono a trovare le carte fatte come una volta, quelle che per le etichette usano la colla e non le autoadesive... e così conquistano i produttori di vino, affascinati dal mix tra stile innovativo e supporti vintage. Segmenti dove la qualità del prodotto conta: “Spesso siamo gli unici a poterli proporre ai clienti, proprio perché sappiamo che cosa cercare e in quali magazzini trovarli”.
L’azienda veronese mantiene una fitta ragnatela di collaborazioni con studi grafici, agenzie creative, produttori di carte speciali e stampatori esperti nelle più svariate tecnologie (più o meno recenti, anche se il digitale è una realtà consolidata ormai ovunque). “Con il cliente cerchiamo di essere partner, non fornitori – aggiunge Ortombina –. Una volta accettata la soluzione proposta ci mettiamo alla ricerca del prodotto ideale, ovviamente al miglior prezzo”.
Ecco quindi un’altra indicazione su come re-stare competitivi oggi: rapporti basati non sul mordi-e-fuggi (per cui si tende a massimizzare il ricavo subito, trascurando di creare solidi legami commerciali) ma su interessi comuni e a volte su una passione condivisa per la qua-lità e l’eccellenza. Relazioni fatte di rispetto reciproco per il bagaglio professionale che ci si porta dietro, oltre che di flessibilità e di-sponibilità a ricoprire più ruoli: non solo la stampa di un prodotto concepito da altri, ma l’ideazione, la ricerca, la finanziabilità. Anche presidiare da un secolo il territorio ha giocato a favore di Grafica Bozzi, che nelle province vicine a Verona raccoglie consensi sia tra i clienti che tra i fornitori. “Da anni ormai il mercato si sta contraendo e molte aziende sono in sofferenza per il calo dei volu-mi di lavoro. Noi ci siamo riposizionati, come si dice: facciamo meno produzione e sempre più consulenza e progettazione – spiega Or-tombina –. E soprattutto andiamo in cerca della materia prima, un valore aggiunto del nostro network di relazioni. Possiamo stam-pare calendari con le carte di Fedrigoni e Cordenons perché insieme abbiamo lavorato bene, e loro ci supportano nella selezione del materiale più adatto”.

LE ETICHETTE, IL PATRIMONIO DEI VINI DEL MADE IN ITALY
In una cosa infatti l’azienda veronese è discendente diretta della bottega di cent’anni fa: il gusto di scegliere le strade meno battute, di provare nuove tecniche spesso nate dal recupero o dall’elaborazione di quelle di un tempo. E i clienti si prestano volentieri come “complici” di questa sperimentazione, condividendone oneri e onori. Un esempio? Il calendario realizzato insieme a Konica, dedicato alle orchidee e ...profumato. “Un trucco semplice anche se costoso, con es-senze di alta qualità. Come abbiamo fatto? È un segreto”. Creatività a getto continuo. Per il 2017 Grafica Bozzi propone due calendari: uno sulle vigne centenarie che ancora producono grappoli tra il Veneto e la Toscana, il Piemonte e la Lombardia; l’altro di immagini di un’insolita Parigi, foto scattate dallo stesso Ortombina. Il primo stampato su Carte Flora della Cordenons, il secondo con carte di Fedrigoni. “Ci mettono a disposizione la carta migliore perché una nostra idea è un biglietto da visita anche per loro: dimostra che risultati imprevedibili si otten-gano sperimentando”.
Questo modello di resilienza aziendale passa per un mix con-tinuo di antico e moderno, anzi, postmoderno: dopo anni in cui i teorici dell’organizzazione spiegavano che bisogna lavorare just in time, alla giapponese, senza fare scorte, in Grafica Bozzi ammettono serenamente che “tra le opportunità che possiamo offrire ai clienti c’è un’ampia scelta di carte speciali, e non lo potremmo fare se non avessimo una grande disponibilità di magazzino. Qui in base al budget e alle caratteristiche richie-ste c’è sempre la carta giusta”. Decenni di collaborazione con le aziende del vino si sono trasformati anche in un tesoro di arte grafica e tipografica: centinaia di etichette di bottiglie che hanno fatto la storia dell’enologia italiana, alcune delle quali famose in tutto il mondo, altre scomparse o trasformate per seguire l’estetica del momento. Quello scrigno si è riempito disegnando e stampando le carte d’identità di un vino non ancora Doc ma già famoso. E l’archivio storico non è solamente un tuffo nel passato, ma un patrimonio da valorizzare nel quadro di un sistema economico fondamentale per l’export del Made in Italy.

NO ALLA GUERRA DEI PREZZI “SENZA QUALITÀ SIAMO FINITI”
Ortombina è un vulcano di idee: soddisfatti i clienti, lavora sui propri progetti spaziando dalla comunicazione al design, consapevole che l’originalità è un requisito necessario per tenersi stretto il mercato. “Il 90% delle pubblicazioni è su carta patinata? Bene, e io mi dedico al 10% che rimane. Anche grazie ai produttori di macchine, che si fidano della nostra competenza: con loro ci scegliamo reciprocamente per sperimentare innovazioni e tecniche”. In sintesi: come legare storia e futuro? Idee di valore, ottime materie prime, competenza esecutiva, elasticità commerciale, immaginazione nei materiali e nella lavorazione. E soprattutto nessuna guerra dei prezzi. “Chi non propone qualità è finito: quando accetti un compromesso al ribasso hai già perso”.


01/03/2017


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