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La bellezza, letteralmente

Sono legati da una curiosa coincidenza numerica Archivio Tipografico di Torino e la pubblicazione del volume ‘A Year and a Day’ dell’editore  Taschen, dedicato a Bob Dylan, o meglio alle immagini del leggendario menestrello del Minnesota scattate da un altrettanto leggendario fotografo, Daniel Kramer, nel 1964/65. Due i numeri che ricorrono: da un lato il biennio 1964/65 cruciale dell’ascesa di Dylan all’Olimpo del rock, dall’altro quegli anni, sempre il 1964 e il 1965, durante i quali - fanno notare all’Archivio Tipografico – dall’altra parte dell’oceano Heidelberg produceva in Germania la stessa macchina piano-cilindrica, la Heidelberg OHZ, utilizzata per stampare in letterpress le segnature di testo di ‘A Year and a Day’, ennesimo gioiello editoriale della Collector’s Editions di Taschen, prodotto (fatalmente) in 1965 copie.

L’arte dell’Art book
Progettato a Los Angeles da Josh Baker e  Nina Wiener, stampato e rilegato in Italia dal Gruppo Graphicom, il volume ‘A Year and a Day’ – cartonato di grande formato (31,2x44 cm) e ben 7 chilogrammi di peso – è stato affidato dall’editore tedesco ad Archivio Tipografico di Torino che ne ha impreziosito le aperture dei capitoli, contrassegnando le segnature di testo con un’inconfondibile impronta di bellezza tipografica. Quella bellezza che Bodoni sintetizzò in quattro famosi concetti: regolarità, nettezza, buon gusto, grazia. Insomma un effetto visivo di armonia e di perfezione, che solo la stampa tipografica può dare a un volume che vuole essere esito tangibile di un accurato processo produttivo e insieme manufatto artigianale, sintagma dell’identità editoriale di una collana cui l’estetica delle forme si coniuga con l’eccellenza della stampa, la tattilità della carta (la Fedrigoni Materica) alla forza espressiva del logotipo tipografico.

Tipografia è Bellezza
“La ricerca estetica è sempre stata la missione di Taschen” dice Nello Russo progettista grafico e stampatore, spiegando che la bottega torinese fondata da Emanuele Mensa, 50 anni, tipo impressore e appassionato collezionista, ha collaborato anche alla realizzazione del volume ‘Frank Sinatra has a Cold’ di Gay Talese e Phil Stern, sempre per le segnature di testo stampate in letterpress con fotopolimeri su una Heidelberg OHZ. 
Se è vero che l’editore di Colonia considera l’ Italia un punto fermo imprescindibile per la qualità della stampa e della legatoria, è pur vero che, nonostante il fiorire ormai ovunque in Europa di botteghe tipografiche, “non bisogna dimenticare – precisa Russo – che probabilmente una delle poche, forse l’unica, piano cilindrica rimasta operativa, in grado di stampare con precisione in grande formato con le tirature richieste dal progetto Taschen, è a Torino in via Brindisi 13 nel nostro laboratorio, dove lavoriamo con i caratteri mobili della nostra collezione oppure con cliché fotopolimerici realizzati da file digitali vettoriali.” Oltre alla progettazione e alla stampa, Archivio Tipografico offre ai suoi clienti anche la stampa a caldo, labbrature colorate e piccoli lavori di cartotecnica e allestimento. 

Antichi e nuovi saperi
Nato nel 2003 dal nucleo originario di una meravigliosa collezione di materiali provenienti soprattutto da Nebiolo, una delle più importanti fonderie di caratteri tipografici nonché fabbrica di macchine italiane, purtroppo chiusa dopo alterne vicende nel 1993, Archivio Tipografico è stato a poco a poco ‘costruito’ da Emanuele Mensa che ha raccolto in questa piccola struttura macchine tipografiche e polizze di caratteri mobili dismessi dalle botteghe un po’ dappertutto, dalla Svizzera alla Germania agli Stati Uniti, rilevandoli dagli artigiani tipografi che, a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, sono stati costretti a chiudere sotto la spinta inesorabile della crescita di tecnologie di stampa digitale. 

Tesori di piombo
Il tesoro di AT è oggi composto da circa 2.000 polizze di caratteri mobili tra piombo, legno e resina, 8 presse tra platine e piano-cilindriche perfettamente funzionanti, tirabozze, strumenti tipografici, libri e campionari di carattere. È una stamperia , ma anche uno spazio di condivisione dove molti giovani si avvicendano: “un luogo aperto a tutti coloro che amano sperimentare – spiega Anna Follo, responsabile del Laboratorio – che non vuole essere un museo ma una bottega attiva e operativa dove si progetta, si stampa e nel frattempo si continuano ad acquisire materiali; insomma, uno spazio di incontro, di condivisione di saperi e di formazione frequentato da artisti, stampatori, compositori, designer, dove si svolgono workshop dedicati ai giovani delle scuole grafiche, che vedono nella composizione tipografica non solo l’origine del loro mestiere ma anche il fascino di una pratica da riscoprire, un universo  lento e paziente, fondato sulla ricerca del dettaglio e della qualità”. 

Un nuovo media
Una tradizione, quella della stampa tipografica, che oggi reinterpreta in chiave contemporanea gli antichi strumenti, coniugando professionalità digitali e manifattura artigianale. “Utilizzare una tecnologia di stampa ormai obsoleta realizzando le matrici attraverso il computer o disegnare caratteri che non esistono più, o ancora guardare alla stampa 3D e al taglio laser a controllo numerico pensando di poter creare persino una fonderia istantanea è affascinante – spiega Nello Russo – perché non è soltanto un modo di integrare nella contemporaneità gesti e saperi del passato: è anche e soprattutto coniugare due mezzi di comunicazione e alla fine farne nascere uno nuovo”. 

Tra due sponde del Tempo
Come a voler ricongiungere due orli senza che nessuno dei due smarrisca l’identità, questa nuova generazione di professionisti preserva la memoria dispiegandola nel presente e prova a voler scoprire un secondo futuro della stampa, sperimentando la lentezza e la pazienza del tipografo e insieme la deviante velocità della tecnologia digitale. E in fondo fa quello che l’uomo ha sempre fatto: navigare tra due sponde del Tempo e consentire alla materia di cui sono fatte le nostre storie, ovvero le parole e le lettere che le compongono, di provare a cambiarci la vita.


22/06/2016


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