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La nuova personalità dell’hospitality

Lo stop della pandemia ha rappresentato un’occasione per ripensarsi, mentre l’intelligenza collettiva dei social e delle piattaforme di booking ha fissato degli standard di aspettative cui è impossibile sottrarsi. Oggi i player del settore hospitality puntano su modelli di accoglienza basati su innovazione, miglioramento della guest experience e personalizzazione.

Di Caterina Pucci | su
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«I grand hotel sono sempre stati idee sociali, specchi impeccabili della società cui offrono i loro servizi» scriveva Joan Didion. Poco importa che si tratti di un albergo di lusso, un bed&breakfast o un ostello. La prima impressione che una struttura ricettiva suscita nel visitatore è fondamentale e può determinare la decisione di soggiornare o meno al suo interno. Per avere successo, occorre mostrarsi impeccabili, perché le persone non scelgono più affidandosi ai siti ufficiali, ma guardano i commenti e le foto scattate dai clienti che li hanno preceduti. L’utilizzo di piattaforme come Tripadvisor, l’abitudine di documentare sui social ogni istante delle proprie giornate (soprattutto quando si è in vacanza) hanno reso indispensabile avere spazi curati, originali, coerenti col proprio target. Molte strutture hanno cominciato ad affidarsi a progettisti e designer che sappiano individuare tendenze, materiali e mercato di riferimento, proponendo progetti in linea con il loro budget e la brand identity. La tecnologia digitale ha permesso di realizzare progetti esclusivi a costi sostenibili anche per realtà medio-piccole. La possibilità di stampare su ogni tipo di materiale e superficie contribuisce a trasformare gli ambienti dell’hôtellerie in luoghi unici, che assomigliano a vere e proprie opere d’arte. Quello dell’ospitalità è sicuramente uno dei comparti che ha risentito maggiormente delle chiusure imposte dalla pandemia. Facendo tesoro di questa esperienza, i professionisti del settore stanno provando a ridefinire spazi e allestimenti, tenendo conto delle nuove esigenze dei clienti. Che da un lato continuano a cercare il comfort e la ricercatezza che da sempre contraddistinguono l’esperienza in hotel; dall’altro vogliono vivere esperienze uniche e interattive. L’imperativo è progettare spazi in grado di esprimere personalità e, al contempo, garantire standard di sicurezza e sostenibilità sempre più elevati.

Parola d’ordine: personalità
Tra gli elementi che concorrono alla scelta di una struttura ricettiva c’è l’estetica dell’edificio, come emerge dalle ricerche condotte su portali e servizi di prenotazione online (come Booking o Airbnb). A creare “l’atmosfera” sono il colore delle pareti e delle suppellettili, ma anche la scelta di determinati supporti. L’aspetto degli interni deve risultare confortevole, ma coinvolgere i sensi, aiutando a costruire una narrazione visiva che gli ospiti ricorderanno e magari vorranno condividere con i propri amici e contatti, postando foto o storie e taggando la struttura in cui sono stati ospitati.  Negli ultimi anni ha preso piede il concetto di experience hotel, strutture ricettive che offrono la possibilità di vivere esperienze ed emozioni originali, come dormire all’aria aperta in un bosco o un igloo, sospesi su una roccia o in una tenda nel deserto.

Molto popolari anche gli hotel “a tema” come il nuovissimo Muraless Art Hotel di Verona, la prima struttura ricettiva in Europa dedicata alla street art. Un hotel che è anche un museo di arte urbana strutturato in 94 stanze che celebrano il genio e l’eccellenza italiana in diversi settori: vino, opera lirica, cinema, motori, arte, architettura, design, storia, scienza, cibo, moda e musica. L’idea era ridare vita all’ex Hotel Cristallo, avviando una radicale riqualificazione nel segno del linguaggio e dei caratteri espressivi dell’arte. Nonostante il concept sia l’arte di strada, l’hotel si qualifica come un’esperienza di lusso, da 4 stelle, destinato a una clientela business e bleisure (termine con cui si indica chi viaggia per lavoro unendo anche un po’ di tempo libero). Il progetto di personalizzazione delle camere è stato elaborato dalla curatrice e critica d’arte Chiara Canali con la Galleria d’arte di Milano “Deodato Arte”. Proprio grazie a questa unione, Muraless può vantare opere di circa cinquanta writer nazionali tra cui un’opera site specific di Mr. Brainwash. Spesso queste strutture prevedono angoli e spazi progettati per essere fotografati, con colori forti e fantasie curiose. Attraverso la condivisione, il cliente si trasforma (più o meno consapevolmente) in un “brand ambassador” della struttura. Internet pullula di guide che consigliano gli hotel più “instagrammabili”. Uno tra i tanti è l’ODS Sweet Hotel, di proprietà dell’omonima catena di dolciumi, diventato famoso come “l’hotel dei marshmallow e del cioccolato”, con gli interni dalle tinte tenui e gli arredi ispirati alle atmosfere sognanti di una moderna fabbrica di cioccolato.

Stile, tecnologia e comfort: l’habitat dei nomadi digitali
Un’altra novità che ha interessato il settore è l’emergere di un nuovo “format” che nasce dall’esigenza di corrispondere le aspettative di business traveler e nomadi digitali, una categoria di viaggiatori sempre più diffusa. I nomadi digitali cercano spazi ibridi in grado di offrire servizi e funzioni innovative al di là del singolo pernottamento. A livello progettuale questo si traduce in stanze più ampie, con un’ottima illuminazione, dotate di dispositivi tecnologici che permettano di lavorare comodamente in smart working. È importante che l’arredamento e i servizi siano in grado di coniugare stile, tecnologia e comfort, con l’obiettivo di intercettare questa fascia di consumatori, spesso molto giovane. Come per tutta la categoria business, anche questi professionisti valutano tra gli aspetti più importanti la presenza di spazi di lavoro strutturati, che non siano la classica hall, che spesso può essere anche spaziosa e illuminata, ma rappresenta un luogo di passaggio ed è piena di tavolini bassi e poltrone ben poco comodi per affrontare diverse ore al pc. Ben vengano i tavoli spaziosi e dotati di prese per la corrente per ciascuna postazione, sedie comode, e naturalmente anche angoli per il relax che si differenzino radicalmente dalle postazioni da ufficio.

Natura all’interno
L’idea di “aprire gli spazi” con soluzioni ispirate alla natura era in voga anche prima della pandemia, ma è grazie a quest’ultima che l’idea del design biofilico ha preso definitivamente il volo. Certo, non tutte le strutture si possono permettere di mantenere un giardino al proprio interno… ma ogni ambiente, anche il più piccolo, può essere allestito in modo da “portare dentro la natura”. Non servono necessariamente piante vere: anche le riproduzioni possono andare benissimo per creare ambienti rilassanti, accoglienti ed evocativi. Anche in questo caso le moderne tecnologie di stampa digitale vengono in soccorso del decoratore d’interni, con soluzioni d’impatto, ecologiche e sicure. Pensiamo per esempio alle cornici retroilluminate, che vengono usate come strumenti di comunicazione ma anche per la decorazione d’interni. In quest’ultimo caso, ai materiali plastici come il PVC vengono spesso preferiti i tessuti, più ecologici e naturali, non solo alla vista ma anche al tatto. Le cornici possono trasformare completamente una parete, se vi vengono appoggiate, oppure diventare un elemento di divisione degli spazi, se sono autoportanti. Inoltre, nelle cornici si possono variare l’intensità, il “calore” e anche il colore dei led, a seconda dell’effetto luminoso desiderato.

Un turismo sostenibile è possibile, tra buone pratiche e materiali innovativi
La vicepresidente di Confindustria Alberghi Maria Carmela Colaiacovo ha recentemente ricordato come il fatturato della filiera, a monte e a valle, sia nell’ordine dei 6 miliardi di euro, sottolineando la necessità di ricostruire l’industria del turismo in un modo che sia sicuro, equo e rispettoso del clima. Troppo spesso, ancora, ci si riferisce a pratiche “green” attente a salvaguardare l’ambiente, come per esempio l’uso di fonti rinnovabili per la produzione di energia o l’eliminazione di plastica monouso. Secondo Jeff Smith, vicepresidente Sustainability di Six Senses Hotels Resorts Spas, un brand di hotel 5 stelle di lusso e sostenibili, «la sostenibilità è spesso fraintesa nella comunità degli albergatori con l’essere gentili nei confronti dell’ambiente. La definizione da manuale di sostenibilità però è un’altra e significa soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri». Non è sufficiente, quindi, riciclare o ridurre la quantità di plastica. Le strutture devono impegnarsi a offrire esperienze che non abbiano un impatto sull’ambiente e sulle comunità locali, dopo anni in cui un modello di turismo selvaggio ha sfruttato le risorse a disposizione senza pensare a chi quei luoghi li abita. Oltre a incentivare le buone pratiche interne alle proprie strutture, la sopracitata catena Six Senses finanzia progetti locali, specifici per ogni località, ma al di fuori degli alberghi, aumentando le popolazioni di animali in pericolo di estinzione oppure fornendo accesso all’acqua potabile alle comunità autoctone.

La ricerca di soluzioni a impatto zero passa anche per l’utilizzo di materiali sostenibili come il tessuto stampato in digitale, che si presta a una gamma di applicazioni pressoché illimitata: pareti divisorie, wallpaper, espositori, retroilluminati. A proposito di muri, che si tratti di un hotel, un b&b o un residence è importante che una struttura riesca a trasmettere la propria identità, attraverso elementi decorativi e complementi d’arredo che valorizzano il contesto, la cultura e la storia del luogo in cui si trovano, o al contrario giocano sull’idea di contrasto. La carta da parati può diventare uno strumento utile a donare personalità e stile a qualsiasi spazio, creando effetti particolari nei diversi ambienti: hall, camere o stanze da bagno. Così negli uffici, deve essere prodotta con materiali certificati per le aree pubbliche, resistenti al traffico e all’umidità. Le normative europee sui materiali da costruzione impongono standard molto elevati.

Nello specifico, per la carta da parati è richiesto l’utilizzo di materiali ignifughi, per ritardare la propagazione di fiamme e fumi in caso di incendio. Sempre più richieste le carte da parati con caratteristiche specialistiche, come ad esempio quelle progettate per adattarsi agli ambienti umidi o quelle con effetto insonorizzante, per migliorare il comfort acustico e diminuire il riverbero, garantendo privacy agli ospiti nelle camere da letto o negli ambienti destinati al lavoro. Grazie alle tecnologie di stampa digitale è possibile realizzare decorazioni altamente personalizzate e scenografiche, in cui la grafica non è un motivo ripetuto come avviene nella tappezzeria tradizionale. Le pareti diventano tele pronte ad accogliere immagini fotografiche, riproduzioni di opere d’arte, grafiche ex novo. Altro protagonista indiscusso dell’arredo sostenibile è il legno. Oltre che per le sue funzionalità (come la capacità di isolare gli ambienti), il legno è molto amato dal punto di vista estetico e sensoriale, perché trasmette l’idea di calore e accoglienza. Da qualche anno è emerso un altro supporto poco nominato, il bambù, apprezzato per la sua resistenza, duttilità e reperibilità. Viene usato per la realizzazione di decori e arredi, come pavimenti, tapparelle, e pareti. Sempre più presente nel settore del design anche il cartone, rielaborato per creare complementi d’arredo unici.

 


09/06/2023


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